Da oggi, venerdì 13 gennaio, a domenica 12 febbraio il Collettivo Corrente Improvvisa bandisce la maratona in versi di In gran segreto, Rassegna di Poesia contemporanea a Ferrara.
Si partecipa inviando a correnteimprovvisa@gmail.com oppure commentando a questo post con una sola lirica liberamente composta che deve contenere il verso
mi spiacerà morire per non vederti più
anche spezzato a vostro piacimento, titolo dell'ultimo romanzo pubblicato dallo scrittore Roberto Pazzi, poeta ospite della Rassegna stessa. Alla lirica fate seguire nome e cognome, città di provenienza e email.
La poesia scelta dalla Redazione del blog verrà premiata con il libro dell'autore autografato e la pubblicazione sul sito della Rassegna. Vi contatteremo tramite l'indirizzo email da voi lasciato nel commento.
Alla fonte
RispondiElimina«Non c’è alcunché
di assolutamente fondamentale.
Unico tu
potrai vivere alla fine» –
diceva gelido Giuda e tremava –
«gli uomini sono angeli
degenerati.
Il tuo dio ha dato luce
ad una bestia fulva senza pace».
Però il suo rimorso era uno sparo
e tu avresti comunque combattuto
a tuo modo
accettandolo tuo malgrado,
il tuo assassino.
«È il senso della cortesia,
Giuda, a mancarti.
Il posto in cui morirò
lo sceglierò io da solo.
È un istinto che appartiene
a ogni essere vivente.
Mi spiacerà morire
per non vederti più».
Mi spiace morire per non vederti più
RispondiEliminaanche un ottico può vivere invano
Alberto Mori Crema (Cr)
albmor3@tin.it
www.albertomoripoeta.com
Dei Perduti Dei
RispondiEliminaSe questo nostro tempo
si dissolve come la bruma sul lago
quando un sole caldo risuona
dove potrò attenderti ancora?
Dove sarà la nave che mi riporterà
alla nostra Arcadia d'argilla?
I nostri sogni sono davvero costruiti
su esili pilastri di polvere e fango
Un tempo regnavo su
queste nostre verdi terre
ora mendico la pace all'angolo
di una polverosa strada, perduto
I cieli mi appartenevano e li
facevo piangere o risplendere
ad ogni moto della tua anima
Dominavo i mari e gli oceani
maremoti,tempeste, gorghi
cicloni o bonaccia
facile come girare
lo zucchero in una tazza.
I prati, le praterie e le foreste
non erano altro che il nostro
giaciglio eterno, incontaminato,
modellato a tuo gusto
E tu per me ti fasciavi in un vestito
fatto di notte, luna e fragorose stelle
Ma adesso, adesso dolce dea
quando anche l'eternità muore
quando più nulla di sacro perdura
ora anche questo nostro immenso
mondo giocattolo si è rivoltato
ora, il tempo è fuggito così rapido
d'avermi lasciato intrappolato
nei tuoi eterni occhi splendenti
intrappolato in questa barba bianca
e in bilico sulla mia gamba stanca
ora so, che non si può fermare nulla
se non pochi meravigliosi istanti
fulgenti come gemme eterne
ora, si, mi spiacerà morire
per non vederti più.
mi spiacerà morire
RispondiEliminaper non vederti più:
finale inaudito.
salvarmi da te per salvarmi
da me stessa:
confondo la poesia con l'esistenza
mai la metrica
con la misura della vita
inciampo sulle mie idee
e se mi guardo da fuori
non mi appartengo.
entrambi spezzati a metà:
ma io non sono un verso
sono prosa.
Il nostro ultimo giorno
RispondiEliminaMi spiacerà morire
per non vederti più
morire mi spiacerà
per non baciare più
le tue lacrime calde
e non stringere
della tua pelle nuda
il profumo.
Ma se a fucili puntati
sull'orlo dell'oceano
l'ultimo desiderio
mi è concesso
luce di miracolo, io
a mani giunte, chiedo...
Morire insieme a te
mano nella mano
davanti alla morte
come ad un altare.
Lanciarsi nel Blu
nell'onda che
senza requie
mugghia inghiotte
s'infrange contro
granitiche rocce.
Morire insieme a te
addormentarsi
fianco a fianco
sotto la coperta
del mare
gli occhi si spengono
alla medesima ora
i cuori si schiantano
in un’esplosione sola.
Ti tengo la mano nel salto
che insieme ci vedrà volare.
Chissà se
oltre gli scogli
ci sarà
ancora
mare
So che non volevi venire
RispondiEliminaa vedermi qui disteso
con il vestito buono.
In silenzio tutti si soffermano
per un po',
i miei genitori piangono,
per una volta ancora
si parlano.
mi fa piacere sai,
anche se ti fa male,
anche se non ci credi
ancora.
E' arrivata la macchina
ora mi chiudono dentro,
fiori sopra la mia bara
piangi
mi spiacerà morire
per non rivederti
più
La pietra che sognò d’essere una nuvola
RispondiEliminaSogno di pietra in volo
lanciata da un uomo di fango e ferro,
siamo qui
io, la pietra e quell’uomo
simili ad una frase pronunciata a metà
in mezzo ad una strada deserta,
la pietra prosegue speditamente
il suo viaggio –
sta sognando d’essere una nave
leggera come un respiro –
finalmente più nulla la inchioda al terreno
finalmente, anche se per un attimo, può essere una nuvola –
è chiaro a tutti che la mia fronte
è il suo approdo,
inevitabile commento del critico cinematografico
al termine del film,
“Mi spiacerà morire per non vederti più”
dice l’uomo di fango e ferro,
sono le ultime parole che sento
prima di cadere a terra insieme alla pietra
di colpo ritornata
briglia nell’alveo del corso d’acqua della vita
di colpo ritornato
fuggiasco
che non ricorda più ciò da cui fuggiva.
QUANDO LA NAVE AFFONDA
RispondiEliminaA soccorso della speranza
avanzo nella nebbia
e scoloro e
dimentico
a pezzi
il qualcosa da farsi .
Nulla porto con me,
presto
neppure le scartoffie, la mia vita …
Il cuore,
pieno o vuoto ?
ultimo timone di me .
Mi spiacerà morire
per il perduto sapore del tempo
passato – come flotte di navi –
avanti gli specchi,
e te pure,
per non vederti più .
Andrea Checcucci, Brescia
andrea.checcucci@libero.it
La mia strada di casa ha curve di madonna
RispondiEliminapeccato guidare l'auto e non guardarsi intorno
oltrepassando rapaci sui fili della luce
scoiattoli che sfrecciano al riparo
occhi-fiamma di gatti che spariscono.
La mia strada di casa è morbida, sorvola
cercatori di funghi in lontananza
le linee di cipressi frangivento,
l’architettura dei muretti a secco.
In un prato, cavalli che sembrano miraggi.
A volte per un attimo mi fermo e spengo i fari
per lasciar fare alla luna il suo mestiere.
Dopo l’ultima curva, volando su una buca
intravedo il cipresso che segna il mio confine.
“Ciao, pennacchio” gli mormoro ogni sera
mi spiacerà morire per non vederti più.
Rosaria Fiore
Cassano delle Murge (Bari)
e mail: rosaria.fiore@libero.it
Mi spiacerà morire,
RispondiEliminauscire da quella porta
come da dentro di te.
Ora il tempo è finito
le lacrime perse
e tutto intorno è vuoto
perché non ti rivedrò più..
Francesco Gambino
Albiate (MB)
fragiada92@gmail.com
Il giorno che morirò
RispondiEliminaMamma, il giorno che morirò
il cielo continuerà a essere
sfacciatamente azzurro?
e il mare a sussurrare parole
indecifrabili e salate?
scondinzoleranno i cani il giorno
che morirò?
lumacheranno le lumache e i gatti,
gatteranno i gatti?
mamma il giorno che morirò le portinaie
ciabatteranno ancora? e le campane
avranno da ridire le campane?
e i fornai? germoglierà nelle strade
il profumo del pane?
Mi spiacerà morire per non vederti più.
Il giorno che morirai accadrà tutto questo,
e le ragazze avranno ancora sguardi innamorati
e i tram si fermeranno ai semafori.
Il giorno che morirai i muratori avranno le mani
sporche di calce e il mondo
sarà quello di prima, con le lacrime agli occhi
e i sorrisi di sempre, le parole
nella tromba delle scale e i bambini
che corrono, il giorno che morirai ci sarà il sole
o forse pioverà.
Allora mamma, il giorno che morirò
sarà una festa, tu, per favore,
tieni la finestra aperta.
Paolo Polvani
p.polvani@libero.it
Oltre la città
RispondiEliminami spiacerà morire
lasciando la città e i suoi colori
è così triste questo giorno
abbandonato alle brine
come se fosse l’ultimo
un resoconto del domani
per non vederti più
forse non basterà morire
accennando a un diverso vivere
restano gli accenti a dire
facoltà di scelta partenze in solitaria
tra le nebbie dei camposanti
all’addiaccio tra i nudi sepolcri
dove non si vede più
da tempo non ti ho visto più
solo sfocamenti tra coni e bastoncelli
piccole corse a perdifiato
per sapere come si stava
dopo una perdita del mio strano stato
nell’occulta perversione
che muta il passo in stasi
mille ere in un eone
davvero mi spiacerà morire
prima dell’ultimo sfogo
o di averti detto che vado
per non vederti più
e non sapere il luogo
il fuori-luogo l’altro-luogo
l’extra-moenia
| mi spiacerà non saperlo in anteprima |
fantasima il non-luogo
per non vederti più
Edoardo Penoncini
Ferrara
dadopen@tin.it
Colui che tiene saldo
RispondiEliminaNell’ora più fresca dell’alba,
che con dita
sinuose
di rosa
elenca i filari
di una vigna preziosa,
un eroe scendeva le mura
di una città silenziosa.
Non bello, non alto, non forte,
di mente tenace o dall’ira possente,
ma uomo,
per prima cosa,
e padre, delicato e paziente.
Guardava lontana la costa,
e il mare fremente
e turchino
ripetere la danza
e l’inganno
di sapere colmare il destino.
“..e come il mare
che assedia,
sporgendosi da quelle sponde,
mi incalza, ondeggiando,
la guerra,
che vita e morte,
come il mare,
confonde”
pensava l’eroe fatale,
lasciando
le mura salde
un tempo,
ma ora soltanto più vecchie
ora soltanto più stanche
rigate dal pianto e dal sangue,
consumate
come due guance.
Camminava, solo, l’eroe
Misurando nel cuore ogni passo,
senza fermarsi una volta
come a contare il coraggio.
Soltanto quando lo vide,
il suo estremo rivale,
ebbe nel petto un sussulto,
che a stento
riuscì a calmare.
Pensò a suo figlio e sua moglie
E alle carezze sconvolte,
comprese
la stirpe dell’uomo,
che stride e secca
come le foglie.
Capì che non c’è destino
E neppure profezie veritiere,
ma ciò
che chiamiamo destino
è senso
del nostro dovere.
Alzando allora la mano
nell’estremo saluto,
sorrise.
“ mi spiacerà
morire
per non vederti più”
disse
con dolorosa
umanità,
rivolto ad Andromaca amata,
o forse
all’intera città.
Edoardo Righini
Ferrara
ed.righini@gmail.com
Ieri notte, alle 24, si è conclusa la prima maratona in versi di "In gran segreto", Rassegna di Poesia Contemporanea a Ferrara. La prossima avrà luogo tra qualche mese, con l'incipit di un altro grande autore - o autrice - contemporaneo.
RispondiElimina"Mi spiacerà morire per non vederti più", titolo dell'ultimo romanzo di Roberto Pazzi, è stato scelto proprio per risaltare la vis poetica di un inciso altrimenti relegato e limitato unicamente alla copertina di un libro. Liberandolo.
Il vincitore verrà valutato dalla Redazione, con la supervisione dello stesso Roberto Pazzi, e contatto via mail.
Vi ringraziamo per la partecipazione!