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giovedì 25 luglio 2013

deSidera - editoriale invernale

di Eugenia Gobbo
 
Carissimi affezionati lettori,

rieccoci fra le vostre mani. È inverno e con esso – contrariamente alle tendenze naturali – sono sbocciate nuove rubriche, piccoli fiori. Abbiamo colto l’opportunità di estendere i nostri interessi – e con essi la possibilità di incuriosirvi – a nuovi argomenti: da un lato ci siamo aperti alla pista psichedelica della letteratura contemporanea (che secondo la nostra arbitraria e pragmatica visione coincide con gli autori “quelli ancora vivi”) e dall’altro ci siamo rifugiati nell’incantato giardino della letteratura medievale (che non ci rassegniamo poi troppo a guardare con occhio clinico). Ma non è tutto. Su questa sfaccettata raccolta di scritti si sono innestate anche altre inedite proposte: Musiché, una rubrica di musica classica, e Cinebreakfast, uno spazio dedicato al cinema. Il nostro intento è sempre lo stesso (ma lo ripetiamo per gli assenti): attirare voi solitari pianeti e farvi gravitare vicino, rendervi partecipi della nostra costellazione o scorgervi comete sfuggenti nel nostro cielo. La collisione dite? Noi ci vediamo solo scintille.

Parallelamente non smettiamo di riflettere sul nostro lavoro, su quest’impegno che vuol essere sempre meno disimpegnato ma che nondimeno si scontra ogni giorno sulla roccia impietosa della quotidiana necessità, della necessaria convivenza, della convivente sopravvivenza. Esageriamo? Non lo crediamo poi troppo; se da un lato sta un problema meramente economico (ci stiamo autofinanziando da quasi un anno ormai, questo va detto), dall’altro emerge un problema di natura diversa: una collocazione del nostro scrivere entro il vastissimo e sempre più discutibile campo delle pubblicazioni contemporanee. Oggigiorno lo scrivere è alla portata di tutti, ma se la creatività è la misura dell’umano, perché questo crescendo incessante di carta stampata non rende un poco più appagato ogni singolo uomo e un soffio più sereno questo sovraccarico mondo? Se si scrive: di cosa si scrive, in che modo si scrive e in che modo andrebbe scritto?

Ed è così che il nostro incontrarci – tanto quanto il vostro attendervi – è costantemente minato da queste problematicità e venato da questi interrogativi, i quali però non ci sembra debbano rimanere intentati se è vero che «l'errore è in ciò che non si è fatto, nella diffidenza che fece esitare»[1].


 

Per una panoramica del numero e i suoi collaboratori: http://desidera2012.blogspot.it/


[1] Ezra Pound, Canti Pisani, LXXXI, in I Cantos secondo la traduzione letta da Pasolini nell’intervista allo stesso del 1967.

martedì 19 marzo 2013

deSidera


Cortesi amici di elitario gusto,
siamo sorprendentemente riapparsi. No, non ve lo auguravate troppo lo so: siamo un manipolo di scapestrati, però adesso abbiamo incrociato per via La Grafica e quindi quasi quasi riusciamo anche a salvarci la faccia. Lei è molto bella sì. Lei ci porterà alla perdizione. Lei per intanto ci ha indotto a venerare la «Visibilità», il che significa che potete leggerci sul blog (deSidera è cartaceo, ma vogliamo un poco compiacervi.
desidera2012.blogspot.com 
) in barba a tutti i nostro sforzi per sostenere il cartaceo; però il cartaceo non muore e se muore il virtuale non gli sopravvive, siatene certi. Dunque adesso non vi rimane che provare a leggerci, anzi adesso non avete neppure la scusa di dire che non trovavate fisicamente la copia: siamo virtualmente sempre raggiungibili.
Bella fregatura.
Io ne scrivo.. ma voi, a voi che effetto fa tutto questo?
 
 

mercoledì 21 novembre 2012

DeSidera


di Eugenia Gobbo

Cortesi amici di elitario gusto,
così disgustati dal nostro poco professionale ritardo, perdonateci. Per questo numero, è vero, siamo stati molto manchevoli nelle scadenze epperò – lo confessiamo – più felici del risultato: ci siamo aperti a nuove fiorenti collaborazioni, di cui non possiamo che andare orgogliosi, e siamo approdati fra gli scaffali di nuove biblioteche e caffè letterari di città lontane mai sperate prima; tutto questo nel giro di poco e con l’amore di molti (http://desidera2012.blogspot.it/p/dove-ci-trovi.html). Non ci esimiamo dal credere che il cartaceo sia una realtà ardimentosa da sostenere, ma siamo altrettanto convinti che porti con sé il significato di una socialità diversa nel vivere; una socialità che, nello scontro delle voci e nello sfiorarsi dei corpi, sappia infrangere con le sue pagine le barriere virtuali dell’indifferenza. E se anche per voi «reinventare un senso del collettivo dovrebbe essere il “programma” del prossimo cinquantennio»  – così come scrive cristallina Maddalena Lotter – allora siamo certi di poter navigare queste correnti senza perdere mai la rotta.
E così, nel congedarci da voi, indulgenti lettori, lasciamo sulla tavolozza dei vostri pensieri una traccia di giallo nata da un pugno di sabbia d’agosto (ma c’è chi dice formatasi dal pensiero di un girasole di campo e chi invece...); quel che importa è che ora abbiate con voi i tre primari del mondo, i tre colori da cui partire per ridipingerlo a fondo.


Luglio/Agosto

Il terzo bimestrale verte, per la parte critica, intorno a Cuore di Tenebra di Joseph Conrad le cui pagine hanno generato le riflessioni critiche di Carlo Celebrin, Eugenia Gobbo e Paolo Steffan, debitamente anticipate da un’introduzione storica curata da Gabriele Giusto. La sezione stagionale, Estate, è aperta dalla consueta rubrica di poesie, curata stavolta da Riccardo Raimondo ed Eugenia Gobbo; a seguire poi una rubrica musicale curata da Federico Lorenzon e illustrata da Chiara Sacchet; per continuare con un racconto breve opera di Nicola Gnocato e illustrato da Chiara Lazzaro; si conclude infine con la consueta composizione d’arte visiva organizzata da Valentina Casagrande. Le illustrazioni sono opera di Paolo Steffan per la sezione critica, di Eugenia Gobbo per quella stagionale. Di seguito vi allego la prima pagina, ma per saperne di più non esitate a visitare il nostro blog: http://desidera2012.blogspot.it/