Dall'acqua si nasce, e si rinasce: in
un ciclo senza fine.
Così è scritto nella 'tela' di una
nuova Penelope.
Il prossimo 16 novembre alle ore 17, alla biblioteca Ariostea (sala Agnelli) di Ferrara, Gianna Vancini presenterà il volume “Le sette vite di
Penelope”, edito da LietoColle fra
i “Libriccini da collezione” di Michelangelo Camelliti, con
prefazione di Matteo Bianchi.
La musicista Rosita Di Pietrantonio
accompagnerà con la sua arpa celtica la lettura di alcune poesie
scelte da Alberto Amorelli, Matteo Bianchi, Dario
Deserri, Alessandro Tagliati.
Una vita dopo l'altra, Penelope entra
in una nuova “pelle”: viandante, figlia, donna, madre.
Il “viaggio liquido” della
protagonista muove dall'infinito, innanzi all'oceano: una sorta di
“nomadismo interiore” per ritrovare se stessa: periplo tra versi
e prosa, tra corpo e anima, tra memoria e possibilità. Fino a
riscoprirsi, al limitare del mare, in un'inusitata metamorfosi,
“sirena”: “Sarebbero mai le sue parole
diventate canto? Avrebbero incatenato un uomo a un legno?”.
Cercando nella poesia, e nella sua sensualità, un'ulteriore
possibilità di esistere, in segreta armonia con l'universo.
“Se
è vero che la poesia di Eleonora Rossi vive in una sorta di liquido
metafisico, che trae origine dall'acqua e da un mare in cui spesso si
naufraga – si legge nella prefazione -, il fuoco è uno degli
elementi cardine della raccolta: la protagonista, quanto l’araba
Fenice, si sacrifica nel suo rogo per risorgere rinnovata dalle
ceneri, sotto un cielo che, 'curvo come una vecchia madre', racchiude
tutto. Tutto è invaso dalla fiamma di Ulisse: nei colori abbaglianti
dell’autunno la passione inonda le foglie come si incendiano le
erbe secche della campagna, così che i resti della combustione
nutrano di nuova linfa la terra provata dalla vita. Nella maternità
Penelope scorge all’improvviso il senso del suo cammino, una luce
negli occhi del figlio, gli stessi di suo padre”.
Così,
contemplando l'avanzare e il ritrarsi di un metaforico telaio liquido, Penelope canta il suo viaggio, in un'altalena di visioni,
di ricordi e di ritorni.
Perché “lungo il sentiero si muore, si perdono parti di
sé, si abbandonano crisalidi”. Ma si rinasce.
www.lietocolle.com
www.lietocolle.com
Nessun commento:
Posta un commento