lunedì 28 maggio 2012

Paolo Ruffilli, un inedito



La parola

Ha filamenti lunghi
la parola,
radiche e barbe nere
che pescano
nell'utero del tempo
tra le melme
di quel limo viscerale
che ha dato
soffio e corpo musicale
alle cose sconosciute
richiamandole così
come fuori da se stesse
dentro il ritmo cadenzato
di quel tutto tuttità
che è strabordante
fuoco liquido eruttato
dentro ognuna
singola entità.



La parola è il nero che tenta infinite volte di colmare il vuoto della pagina bianca, pescando nell'utero fertile del possibile. Il nero che sfuma dietro gli occhi in gradazioni di grigio, la pressione della penna sulla carta, l'arcobaleno di uno schermo televisivo degli anni Sessanta. E' il ruolo del poeta, la conoscenza arrischiata del nulla. La parola supera il vincolo del tempo e il significato dell'oggetto che raffigura, straborda, così una gettata di magma dal cono di un vulcano porta alla superficie - all'improvviso - materia inaspettata e ingestibile, linfa del profondo, che varia a seconda del fiato di chi l'ha pronunciata.

Matteo Bianchi





Paolo Ruffilli, originario di Forlì, vive a Treviso dal 1972. Ha pubblicato diverse raccolte in versi, tra le quali Piccola colazione (Garzanti 1987), Camera oscura (Garzanti 1992), La gioia e il lutto (Marsilio 2001), Le stanze del cielo (Marsilio 2008) e Affari di cuore (Einaudi 2011). Tra le ultime in prosa Preparativi per la partenza (racconti, Marsilio 2003), Un'Altra vita (racconti, Fazi 2010) e l'isola e il sogno (romanzo, Fazi 2011). E' il curatore di edizioni delle Operette morali di Giacomo Leopardi, della traduzione foscoliana del Viaggio sentimentale di Sterne, delle Confessioni di un italiano di Ippolito Nievo, de L'amante di Lady Chatterley di Lawrence e di una antologia di Scrittori garibaldini. Ha tradotto testi di Gibran, Tagore, i Metafisici inglesi e la Regola celeste del Tao. Ha collaborato alle pagine culturali di numerose riviste e quotidiani nazionali, ed è il direttore della collana poetica delle Edizioni del Leone di Venezia.








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