sabato 26 maggio 2012

AUDIOVERSI (VI) - "Nel disumano" di Eugenio Montale

di Paolo Steffan

Nel disumano, poesia del Quaderno di quattro anni di Montale, è uno di quei testi dei quali è così difficile parlare, che non resta che lasciare la voce ai versi stessi, i quali ci fanno smottare - non senza un pizzico di ironia - "nel disumano", nella morte. Si è arrivati qui da lontano, da un lungo percorso conoscitivo che procederà e che ha durata equivalente a tutta l'opera in versi di Montale, della quale i Mottetti sono fra gli esiti più alti. Cito i Mottetti, perché - nel presentare l'audioverso montaliano - mi sono limitato ad un'associazione (certo contestabile) con un brano che s'intitotola Motettu de tristura (letteralmente 'Mottetto di tristezza') dal folklore sardo, musicato da Luciano Berio (Folk songs, 1964): è "una triste canzone sarda rivolta a un usignolo", come recita il libretto del disco, essa infatti parla di "cand'happess interrada", insomma di 'quando sarò sotto terra', là dov'è la Mosca nel disumano di Montale, facendogli "orrore" con le sue "quattro ossa" sepolte in quello che lei forse credeva un "posto migliore", volendolo raggiungere più "in fretta" di lui...

[Lo sfondo del video è un particolare di una mia pittura incompiuta, con cipressi.]

Chiesetta con cipressi di Paolo Steffan

Nota fuori tema: avviso eventuali interessati che nel mio nuovo blog "Una strana gioia" è disponibile un mio nuovo saggio breve scaricabile in pdf: Saviano e Taviani: "Una sorta di falso vero". Stili e temi in Gomorra e Cesare deve morire: l'ombra del neo-pasolinismo. [PS]

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