lunedì 16 aprile 2012

Cinque inediti, di Elena Buia


IL PALLONCINO


Nonna, io ti telefono
e tu rispondi
flebile
come mai ti ho sentita,
così
ti lego al polso
– come fossi un palloncino –
con le cose terrestri della vita
con la tosse dei bambini
con i soldi che non ci sono mai.

E tu docile
ti lasci tenere
per un’ultima corsa
un ultimo sorriso
mentre lo spago inizia
a strattonare
– perché il destino
di ogni palloncino
e` di librarsi così in alto
nel cielo
da non potere più essere visto,
ma solo rimpianto
e poi ammirato
per la leggerezza
per la libertà
con cui va incontro all'eternità.


*


CONSAPEVOLEZZA


Distesa sul divano
con te che dormi
sulla mia spalla
giro la testa
verso la tv:
lacrime risa
avventure amori.

Ma se ti guardo
vedo il piede
della tua dolcezza
schiacciare deciso
ogni surrogato
di vita.

Vedo i tuo occhi
attraversare calmi
un caos che conoscono già.

Vedo il tuo sonno
affidarsi integro
a chi ti ha inviato
per mostrami
ignoti giardini pensili
sul mio balconcino di città.


*


IN VIA COLA DI RIENZO


Io
madre appena
con mia madre
ho un’ora di tempo
per usufruire
di un mondo
in saldo
mai stato mio.

Camminiamo a braccetto
come ai tempi del liceo
ma ora
il passo è veloce
e lo sguardo
va oltre la vetrina
fino a casa
dove mia figlia
lontana dal latte
si difende
in un sonno
di ripiego.

Indignazione
compassione
derisione.
Nello specchio
di ogni camerino
la mia pancia
gonfia e floscia
sorprende
la commessa
aliena.

Alla perfetta omogeneità
del fondo tinta
sfugge
quasi ormai senza colpa
persino il ricordo
dello squarcio supremo.

Della vita che nasce.


*


LA CASA ARANCIONE*


Eppure la sera
prima del sonno
quando
arancione
la casa
si accuccia
sotto la coperta.

C’e` un
istante
dentro cui
tutta la giornata cade
goccia perfetta al rallentatore.

E in quel torpore
riconoscente
come un presentimento dal cuscino –
il fruscio della piuma
che rompe
la pietra.


*


IL PESCE ROSSO


Tutti fanno cose.
E al termine del giorno
suggellano
la pagina
con la parola fine.

Io invece passo il tempo
sotto al tavolo
raccogliendo i tappi dei pennarelli
caduti ai miei bambini.

E ancora
e ancora.

Ma oggi pomeriggio
seppelliremo il pesce rosso
nel vaso del rosmarino
sul balcone.

Io e voi
insieme
per la prima volta
- per mano -
nel gravido ventre
della morte.



* Pubblicata su Poesia di Crocetti, n. 267, gennaio 2012


*


Aspettando la sua prima raccolta in versi, che uscirà i primi di maggio, proponiamo queste poesie lucidamente dolci, che dimostrano come possano nascere gemme anche dai semi più amari.

Matteo Bianchi





Elena Buia Rutt è nata nel 1971 e vive a Roma. Laureata in Lettere e poi in Filosofia, ha collaborato ai programmi culturali di Radio 3 e attualmente lavora a Rai Educational come autrice televisiva. Collabora a riviste e quotidiani, tra cui La Civiltà Cattolica e L'Osservatore Romano. E' autrice di saggi Verso casa: viaggio nella narrativa di Pier Vittorio Tondelli (Fernandel, 2000) e Flannery O'Connor: il mistero e la scrittura (Ancora, 2010). Nel 2008 per Ancora ha tradotto, insieme al marito Andrew Rutt, le poesie di Rowan Williams, attuale Arcivescovo di Canterbury (La dodicesima notte) e nel 2011, per Rizzoli, parte dei testi inediti di Flannery O'Connor (Il volto incompiuto).









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