giovedì 19 aprile 2012

Anna Maria Carpi, un inedito


Chi di noi non è stato un Harry Potter
e non credeva
che c'è un io sacro, suo,
trascendentale,
in ascesa, vincente e senza fine?
Fiaba dell'io,
cosa c'è di più grande?

E i maestri dicevano:
«Così giovani e pieni
di qualità! vedrete!»
Forse parlavano
solo perché è bello, così bello parlare.
O freschi guanciali della speranza.

Com'è cambiato il mondo,
un solo annus terribilis gli ultimi dieci anni:
ora è tutto un tacere,
domandi e non ti ascoltano e tu stesso
se ascolti l'altro è alla svelta e per calcolo.
Manca il tempo. Lotta alla cieca
ognuno ormai per sé,
da solo e disperato.



Non posso che volgere in positivo questo “attacco” poetico con Harry Potter di Anna Maria Carpi; infatti, facendo riferimento alla mia esperienza personale, il primo romanzo della saga, che già profumava della grande tradizione letteraria inglese sulla quale si è formata la Rowling, è stato il libro che mi ha salvato dalla sfiducia negli adulti, causata da un problema familiare ai tempi delle scuole medie. Mi sono rifugiato tra quelle pagine e vivevo la narrazione attraverso gli occhiali di Harry, bistrattato e senza genitori. Tutto ciò quando l’autrice non era ancora in auge e Salani – la casa editrice – distribuiva la traduzione a campione nelle scuole italiane per verificarne il grado di apprezzamento. Così mi capitò tra le mani.

Dietro le sbarre dorate dell’adolescenza, quando tutto è ancora in potenza, ci accoccoliamo tra i «freschi guanciali della speranza», e il nostro tempo procede piano, saldo nella sua quieta incertezza. E si proseguirebbe con quel passo, se non ci fosse una scadenza di massima che riduce le possibilità, le brucia e ci invecchia. Il mondo è dei “grandi” e i loro rapporti sono di forza, di convenienza. Il cuore si stempera nella lotta e da soli disperiamo.

Matteo Bianchi



Foto di Alessio Branchini



Anna Maria Carpi è nata a Milano dove ha studiato alla Statale lingue e letterature straniere, tedesco e russo, ed ha poi frequentato l’Accademia di Brera, Carpi è poetessa, scrittrice e docente universitario. Ha esposto a Milano e a Colonia, e al Museo della Caricatura di Tolentino c’è un suo disegno. È stata più volte nella Russia sovietica e post-sovietica e ha vissuto a più riprese a Bonn, viaggi che riecheggiano nella sua poesia. Docente di Germanistica presso le università di Milano, Macerata e Venezia, ha esordito con dei racconti che figurano in numerose riviste, dedicandosi sporadicamente alla poesia poi abbracciata definitivamente dagli anni ‘90. È anche autrice di lavori scientifici e traduttrice di lirica. Collabora a L’indice e alle pagine culturali di Il foglio. Tra i suoi scritti si ricordano le prose Racconto di gioia e di nebbia (Il Saggiatore, Milano 1995), E sarai per sempre giovane (Bollati, Torino 1996), e Il principe scarlatto (Baldini Tartaruga, Milano 2002). Tre le raccolte poetiche invece, Compagni corpi. Tutte le poesie 1992-2002 (Scheiwiller, Milano 2004), E tu fra i due chi sei (Scheiwiller, Milano 2007) e L’asso nella neve. Poesie 1990-2010 (Transeuropa, Massa-Carrara 2011), con cui è stata finalista nel 2011 al Premio Viareggio e ha vinto il Premio Minturnae come “opera prima”. Nel 2005 ha pubblicato per Mondadori Un inquieto batter d’ali. Vita di Heinrich Von Kleist, ed è curatrice insieme a Stefania Sbarra del Meridiano dedicato al poeta tedesco edito a fine 2011.


2 commenti:

  1. - e tu stesso
    se ascolti l'altro è alla svelta e per calcolo. -

    già.

    grazie per le splendide, condivisibili, parole.

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  2. - Forse parlavano
    solo perché è bello, così bello parlare. -

    grazie Anna Maria, i suoi versi sono così veri.

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