I primi scontri furono tra Rhein & Meuse e Shannon, i grandi irish pub di via Bologna. Dopo anni di reciproci sabotaggi
decisero di allearsi, i pub confederati del centro storico erano inattaccabili
però, anche se i due irish pub avevano una bella fetta di ubriaconi a loro
fedeli. La questione Bolognesi contro Korova nello stesso periodo si risolse
con il massacro di tutti i piccoli hipster che affollavano il piccolo milkbar .
Crocifisso, attaccato alla porta d’entrata, in segno di vittoria schiacciante
rimase Le Luci Della Centrale Elettrica per giorni, finchè non morì disidratato
balbettando strane frasi sul degrado metropolitano.
Il Wilson aggiunse nuovi giochi da tavolo. In una settimana
i Bar Associati di Piazza Ariostea macellarono tutti quelli che solamente
provavano ad avvicinarsi. Il piccolo pub chiese aiuto al torrione del jazz. La
battaglia in Piazza Ariostea in febbraio che ne derivò fu memorabile. Sangue e
alcol, sangue alcolizzato macchiavano il candore della neve. Pochi rimasero in
vita, senza sapere dove andare ora a bere per affogare il dolore di aver perso
la loro base.
Il Weizen promosse nuove feste della birra e nuovi gadget
pazzerelli, oltre il classico cappello e la maglietta. Mica male al Weizen.
Il proprietario però non si accontentava di mantenere un
buon avamposto tra piazza e campagna. Così inizio ad espandersi. Prima verso
l’esterno città, tentando accordi con L’Arlecchino, il Bar San Giorgio e
L’Acli, noto covo di gente aggressiva, utile per una futura guerra.
L’Arlecchino si unì al Weizen e su una gentile richiesta a suon di molotov
anche il Ladyhawke a Cocomaro entrò a fare parte dell’alleanza.
Dall’altra parte del mondo conosciuto c’era il Collins, che
provava pacificamente a sopravvivere. Gli affari non andavano male ed era l’unico
irish pub nel raggio di chilometri. Il Patchanka però, preso dal terrore di
rimanere isolato contro la confederazione del centro, iniziò il cammino verso
la conquista del suo vicino.
Il Patchanka
venne distrutto nel giro di due ore dall’inizio della sommossa. Tra l’altro
inutilmente perché nessuno dei pub confederati se lo inculava.
Ormai era un po’ di tempo che le zone si erano
definitivamente conformate: a sud regnavano Rhein & Shannon & Meuse,
due irish pub ormai uniti tra loro da una sala\ponte, come sulle autostrade gli
autogrill. A Nord i Confederati di piazza Rio, alleati in extremis al Collins,
ultimo baluardo dell’alcolismo prima del territorio d’oltrepò. A est il piccolo
esercito del Weizen, sanguinario e gonfio di birra. A ovest c’è l’alto
ferrarese quindi non interessava a nessuno cosa succedesse là. Al centro gli
imbattibili pub Confederati .
I pub Confederati del centro storico non comprendevano solo
pub, ma anche street bar, che sono una valanga e qualche piccola osteria e
vineria.
Solamente il Brindisi rimase sempre superpartes, in quanto
sacro ed intoccabile, d’altro canto I Due Gobbi invece era conosciuto per la
sua ciurmaglia cruenta e buzzetilizzata.
La Guerra iniziò a Giugno, sfruttando la fine delle scuole
per aumentare il numero di soldati nei diversi eserciti.
La tensione rimase tale sino alla fine degli esami di
maturità, fino ad allora solamente qualche rissa sedata da gin lemon e Gordon
da un litro al Pustazz.
Ma a metà Luglio, in piazza Medaglie d’oro, l’esercito del
Weizen e quello di Piazza Rio iniziarono a fare sul serio. Fu qualcosa di
memorabile. Molti morirono, vomitando. Nessuna delle due parti si potè dire
vincitrice. La notte fu talmente tanto violenta e piena di sangue che i pochi
rimasti se ne tornarono a casa ringraziando Bacco e si rintanarono tra e file
dell’esercito del sud.
C’è una cosa che avevo dimenticato di dire in effetti: sud,nord ed est odiavano a morte tutta la piazza. Perché potevi essere a loro
fedele ma tanto in piazza ci passavi lo stesso almeno due volte la settimana.
L’avanzata da via Bologna iniziò subito dopo il bordello dei
buskers, a fine Agosto.
Ad aspettarli c’era tutta la marmaglia della piazza. Lobo
Loco e Zed avevano messo a disposizione tutti i loro sbarbatelli come fanti di
prima linea. I metallari della corte al lancio delle borchie. Nello il vinaio
aveva preparato pentoloni di trippa bollente per ustionare i nemici. I fighetti
del Maracaibo alle offese. Sesto e Settimo la cavalleria pesante. Il Modà
organizzava già il rinfresco della vittoria e Tiffany rendeva pubblico
l’utilizzo dei servizi igienici senza consumazione. Il Lobster aveva dato
disponibilità ma poi chiuse per ferie poco prima che iniziasse lo scontro.
Il Saditappo venne distrutto in circa due minuti, perché
l’esercito del Rhein&Shannon&Meuse aveva inglobato nella sua rivolta
anche I Voltini e il Funky Dog. Numericamente non si giocava alla pari ma la
furia d’attacco del sud era inarrestabile e resistere era inutile.
Sereno Fusò venne impalato davanti al piadinaro di Piazza Travaglio.
Per tre notti e tre giorni il centro storico di Ferrara
divenne teatro di guerra .
I confederati, numericamente superiori avevano la meglio,
Zuni e il Clandestino avevano rifornito di birre estere Giorgio Canali che come
una furia guidava gli alternativi con i rasta in mezzo alla mischia, spaccando
teste e ossa all’impazzata.
L’ultima notte però, all’angolo dei quattr’esse, dove si
stava consumando l’atto finale: gli ultimi rimasti della periferia totalmente e
senza via di scampo circondati da mezza Ferrara bene, successe qualcosa di
straordinario.
I funkettoni della Punta arrivarono in macchina sia da
Giovecca che da via Cavour, chiudendo tutte le vie di fuga, sterminando, in un
bagno di liquidi corporei vari, tutta la piazza sotto le gomme delle loro
macchine blindate, protette dal sacro suono del basso martellante acid punk
jazz di Pastorius.
Non paghi però della carneficina fino ad allora compiuta
puntarono anche sui superstiti di via Bologna.
Insomma morirono tutti. A parte quelli della Punta. Solo
perché gli altri invece delle macchine avevano preso tutti la bici, così gli
sbirri non gli facevano la multa.
Per festeggiare la loro schiacciante vittoria totale, in una
battaglia che non li aveva nemmeno considerati, arrivata mattina, con le loro
macchine, i fedeli del bar di Borgo Punta andarono a fare colazione al Nord Ovest.
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