di Paolo Steffan
Oltre un centinaio di pagine di frammenti incompiuti, ma di compiuta sofferenza. La più viscerale delle sofferenze: la perdita di un figlio. E il padre, qui, è Mallarmé. Il frammento 179 è solo uno delle due centinaia di poesie che il poeta non volle pubblicate e che, dunque, uscirono postume. Le scrisse dopo la morte per malattia del suo piccolo Anatole, avvenuta nel 1879. Sicuramente la poesia non può ridare la vita, né - seppure questo sia un cliché classico e ancora diffuso - eternare; ma certo, più di ogni altra espressione dell'ingegno umano, la poesia "può", semplicemente: e, così, anche i frammenti dedicati alla tragedia di Anatole possono molto.
La traduzione è di Cosimo Ortesta (ed. SE 1992), la musica scelta come cornice è di Luciano Berio, l'immagine è un particolare di affesco di Francesco da Milano (XVI sec.).
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