venerdì 21 settembre 2012

Maurizio Landini - tre inediti



Parlare di poesia e soprattutto di poesie è un gioco che troppo spesso rimane chiuso in quelle quattro mura di proprietà di alcuni eletti che hanno creato un vocabolario intorno ad esse.(Matteo Chiavarone, dalla prefazione a Permanenze lontane, opera prima di Maurizio Landini, Edizioni della sera 2011, qui una recensione)







Ti ho portato

dall'orefice perché
non camminavi:
eri il tempo che svirgola

come la palla calciata male;
eri mia sorella quando
aveva poco più di vent'anni

e sembrava sempre uguale;
gli stessi muri da piccolo con
i pali e le traverse disegnate;

tutto era miniato adesso in te
senza carica né virgole:
punti solo, a e da capo.





Incerata

Oggi
eri senza la spalla
nuda.

Io
non avevo il cerone bianco:
ero proprio bianco.

La mia carezza solo
non era bianca ché
nuda

non era la tua spalla.




Resi urti

Questa estate
ci siamo abbandonati
lungo le strade e tu

non lo sai o non lo ricordi;
siamo più resistenti
agli urti come le Audi e

resi urti agli occhi avidi
come i ventri piatti
delle adolescenti.






Nota dell'autore: il tempo rimpicciolisce le cose, forse perché il passato possa entrare meglio, tutto, dentro di noi… Non è il tempo per una carezza sulla pelle bianca; non è il tempo di scoprirsi. Algido è il candore, nient’altro che un trucco. Coriaceo è l’abbandonarsi inconsapevole e incosciente al passato, resistente agli occhi avidi del divenire.










Maurizio Landini (Ancona, 1972) ha pubblicato la sua prima silloge, Permanenze lontane, nel 2011, per Edizioni della Sera. L’anno dopo è uscita la plaquette Esacerbo in e-book (Maldoror Press); di prossima uscita la plaquette Lo zinco (Marco Saya Edizioni). È creatore e curatore del progetto di poesia e immagine Versigrafìe (http://cartigliodombra.blogspot.it/)

blog: http://mauriziolandini.blogspot.it/




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