domenica 22 luglio 2012

AUDIOVERSI (IX) - "SMS" di Roberto Mussapi

di Paolo Steffan

Nella puntata scorsa avevo letto un testo di Guido Ceronetti; quest'autore torna utile come elemento di raffronto, essendo stato pubblicato - due settimane fa sul Corriere della Sera - proprio un suo articolo dal titolo Maledetto telefonino, pulce con lo stomaco da elefante e sottotitolato "Le riflessioni apocalittiche del filosofo dopo l'acquisto del suo primo cellulare: la corsa a modelli sempre più nuovi spinge l'umanità nel baratro"; non nego di essere il primo a provvedere spesso al lancio del cellulare, causa un'insofferenza bestiale per un aggeggio che ha sconvolto il modo di comunicare, anzi proprio il modo di vivere!, dell'umanità, e nel telefonino scorgo anche io un senso di baratro, come dice Ceronetti... il quale, però, trovo sempre (inutilmente) esagerato!

Infatti - e veniamo a noi - il telefonino è anche qualcosa d'altro: può avere in sé - un sé di fatto microscopico, ma nel quale è invece contenuto un vero e proprio "stomaco da elefante" - qualcosa di straordinariamente grande; è quanto riescono magicamente a comunicarci i versi di Roberto Mussapi che leggo oggi, dalla raccolta del 2007 La stoffa dell'ombra e delle cose (unico prezioso libello che posseggo di questo poeta). Tanto più significativa è, nel nostro discorso, l'esperienza di SMS, se si tiene conto che Mussapi è profondo conoscitore e traduttore dei classici, come il citato Ceronetti... Ma ora basta con polemiche e preamboli, voce ai versi!

... il mio cellulare, che ringrazio
per la collaborazione all'audio...

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