Tutto viene e va e anche noi passiamo
prima o poi noi passiamo.
Quello che in una forma è stato
muta in altra forma e del resto
sono forse io oggi ciò che ero ieri?
Domani qualcosa sarà altra cosa:
tu, io, il mondo, persino l’idea
come bagaglio che portiamo
prima o poi perderà il suo peso.
Questa è la rinascita nella marea
nessun inizio, nessun avvento
nessuna ultima scadenza
questo accade adesso - può accadere
ogni giorno, ogni momento.
Abbiamo qui riproposto l'inedito di Fabia Ghenzovich segnalato all'edizione corrente del Premio Lorenzo Montano. Di seguito qualche edito selezionato dalla raccolta in versi Il cielo aperto del corpo (Editrice Kolibris, 2012).
parla con voce di carne e foglia
voce di riva e casa
dove s’accampa l’intero
del corpo più scuote l’involucro
il vuoto a perdere che sono – il pieno
che scava mondo
carne e foglia riva e casa.
*
Un giorno qualsiasi
per la strada consueta
sentirmi dicevo libera e piena
non il cruccio di un dettaglio
una pur lieve pena gonfiata
in rotta con l’esistente
uno stare invece dentro la vita
e starci bene in pace
starci senza grovigli
starci dicevo libera e piena.
per la strada consueta
sentirmi dicevo libera e piena
non il cruccio di un dettaglio
una pur lieve pena gonfiata
in rotta con l’esistente
uno stare invece dentro la vita
e starci bene in pace
starci senza grovigli
starci dicevo libera e piena.
*
Tracimando dal fondale
come cosa fatta nostra
scolpita nella pietra dove fa eco
il canto e io metafora soltanto
io humus anche e flusso
d’essere stupefatta nello schianto
faglia che s’apre preme
ora nasce partorisce
è nuova terra.
come cosa fatta nostra
scolpita nella pietra dove fa eco
il canto e io metafora soltanto
io humus anche e flusso
d’essere stupefatta nello schianto
faglia che s’apre preme
ora nasce partorisce
è nuova terra.
*
Quale confine
se ormai è già esaurito il gioco
coccio vuoto verso cosa
mi palesa il vizio il dire
dei nomi attori in ribalta
meglio rischiare almeno
semplicemente rischiare
d’esserci in questo cielo aperto
del corpo
se ormai è già esaurito il gioco
coccio vuoto verso cosa
mi palesa il vizio il dire
dei nomi attori in ribalta
meglio rischiare almeno
semplicemente rischiare
d’esserci in questo cielo aperto
del corpo
*
Parole nel mio giardino
abitano radici scavano il sasso
lanciato per cerchi sull’acqua.
Come pollone dal tronco / dal taglio
se poesia nasce dal sangue
nasce per il canto
per la musica del corpo
resiste
o per l’urlo s’impenna
più in alto.
abitano radici scavano il sasso
lanciato per cerchi sull’acqua.
Come pollone dal tronco / dal taglio
se poesia nasce dal sangue
nasce per il canto
per la musica del corpo
resiste
o per l’urlo s’impenna
più in alto.
*
Cercava la parola
la parola cercava la cosa
un corpo a corpo senza
mai potersi toccare per intero
sul palco aperto del vero.
Un continuo dileguarsi
e di nuovo a pelo d’acqua affiorare
dal fondale un nome
la sua impronta – una voce
ponte tra me e te e confine
– lasciala passare falla entrare – dentro.
la parola cercava la cosa
un corpo a corpo senza
mai potersi toccare per intero
sul palco aperto del vero.
Un continuo dileguarsi
e di nuovo a pelo d’acqua affiorare
dal fondale un nome
la sua impronta – una voce
ponte tra me e te e confine
– lasciala passare falla entrare – dentro.
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