mercoledì 30 maggio 2012

Ritmo Drammatico

Arriva all'improvviso, non bussa nemmeno alla porta.
Dormivo, tutta l'Italia di distanza.
Isola felice, la Sicilia, cullato dal dolce vento profumato di limoni mi gustavo il riposo del dopo spettacolo,
i complimenti ti affaticano,
i sorrisi a volte pesano più di un manubrio da sollevamento per un bodybuilder strafatto di amminoacidi.
Le quattro, pesanti come un colpo,
le quattro e quattro mi portano via il sonno.
Ricevo una chiamata, non capisco, leggo messaggi che mi informano di fatti che non credevo possibile potessero accadere, e invece...
Mentre i miei compagni di stanza continuano a dormire nei loro letti io esco fuori dalla camera, il villaggio è in silenzio.
Con il cuore in gola, gli occhi a palla, il respiro affannato chiamo Elisa, poi mia madre,
poi non mi calmo
e bestemmio contro il cielo
ma per questa volta il cielo proprio non ha colpe.
Qualche giorno dopo trono a casa con l'angoscia.
Sono sempre in allerta, i racconti della gente mi fanno sentire un emancipato,
non sono un vero ferrarese,
ma le crepe nei muri di casa le ho, pure io.
Attraverso i paesi appena poco fuori la città,
tra le macerie trovo anche una parte di me.

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