1.
L'occhio già vede
ciò che sta dietro,
insinua
che c'è bellezza, che c'è
pietà
per il respiro
tremendo dell'animale e della macchina.
2.
Nasce. Dura
per poco ancora. Muore.
Quest'erba sotto dimora
nel baratro
tuo, e cresce, sale in te,
sale in gola all'aria prima che
la bocca del cielo
si spalanchi su tutte le cose,
per tutte le terre, indistintamente.
Cresce erba, cresce pietra
in te, e terrore
e risa, in quel baratro tuo
crescono e diventano
più di te, pare quasi
senza memoria per te, niente.
Ma tu ricordi
cosa è cosa?
3.
Precipitano tetti, torri
d'età mancanti
no, e uccelli. Con noi
caleranno in pozzi dritti
al cuore della terra.
Un muro ancora. Un muro
in piedi e la pioggia obliqua.
Strade più nuove delle mappe
che a sera accatastiamo assieme.
Ce ne sono sempre, sempre c'è quell'uomo
che sa, misurate, fatte già
tutte, tutte potrà dirle:
non è macerie gli angoli fermi
dove sei finito: sono braci
per domani. Abita la casa
e non cadrà.
4.
Una barca a motore
squassa il canale, un tale
fa salve a riva, un cane
dirige la prua verso
la scura parte
nord della città incantata
in mezzo all'acqua.
È il tuo occhio, specchio
di questo, ciò che vedo, dove posso
vedere e riflettere, rifrangere
luce qui dove ogni cosa pare
cedere al vuoto, al corpo
della sua stessa ombra.
*
Oggi il meteo dice no ai tramonti.
Scoveremo le stelle
su qualche atlante, col tuo dito
traccerai la sola via
che non so ora né mai
forse e credo mai
tu nemmeno.
Ma sarà notte, comunque. Ma noi
saremo? Ti accorgi
di cosa siamo: siamo
cosa sola.
5.
Siamo quasi in un mondo perduto.
Per noi brillerà
il viso di un figlio
solo nella notte più spietata.
Ma ci ritroveremo, l'angolo è là
dove due metro diverse ci faranno diversi
noi così uguali. E niente sarà
dirsi addio, sarà un punto
senza fine e senza vuoto.
Federico Pietrobelli nasce a Schio in provincia di Vicenza nel 1988. Trascorre l'infanzia e l'adolescenza a Torrebelvicino, luogo natale del padre, ultimo paese della pianura padana e primo della Valleogra, via di accesso alle Piccole Dolomiti. Finito il liceo, ha vissuto a Trento per un anno, studiando filosofia e scrivendo per alcune riviste universitarie. E' poi salpato alla volta di Venezia, dove si trova tuttora attraccato da quasi quattro anni. Ha studiato e studia lettere. Da più di tre anni è attivo nel campo teatrale, dove ha agito di volta in volta in qualità di attore, regista, drammaturgo. Da un anno circa il suo cammino si è strettamente legato allo studio della danza contemporanea. Scrive poesie dai 17 anni, poesie mai pubblicate, circolate fino ad ora solo tra conoscenti.
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