di Paolo Steffan
Terza e ultima parte della quinta puntata dedicata a Pavese. Talvolta è bello accompagnare il suono della lingua con quelle sonorità umide o terrigne da cui la poesia è venuta, cioè inseguirla a ritroso, verso quegli elementi dai quali tutto è stato originato. Sei la terra e la morte ha dentro sé la matericità della terra, l'immaterialità della morte: impastate d'umano e inframmezzate da qualche gorgoglio d'acqua, che accompagna nel migliore dei modi, arricchendola, la mia povera voce.
Un pericoloso ma fascinoso anfratto dei "miei" colli, luogo di una delle registrazioni
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