Nelle poesie di Stefano Guglielmin, nelle ultime che ho letto, la musicalità non manca mai. Guglielmin gioca con il verbo, con le sue radici semantiche, con le sue matrici vocali; gli stessi "stacchi" tra verso e verso sono precisi e misurati. In questo inedito che è un lungo periodo ipotetico, riecheggiante Montale nel passo, o D’Annunzio nella soluzione, il poeta si domanda se la poesia, tramite la voce, non debba farsi azione, non accompagni i nostri corpi dalle cellule di padre e madre, agli stenti del ricordo di un amore che inevitabilmente si esaurisce. Se non debba quindi in ultimo concretizzarsi “tra palude e sorso” d’esistenza, con quella ironia pungente che punta i piedi a terra e non gli occhi al cielo, suo tratto distintivo.
Matteo Bianchi

Stefano Guglielmin è nato nel 1961 a Schio (VI). Laureato in filosofia, insegna lettere presso il locale liceo artistico. Ha pubblicato le sillogi Fascinose estroversioni (Quaderni del gruppo "Fara", 1985), Logoshima (Firenze Libri, 1988), come a beato confine (Book editore, 2003), La distanza immedicata / the immedicate rift (Le Voci della Luna, 2006), il foglio d'arte Il frutto, forse (L'Arca Felice, 2008), Erosioni, in Dall'Adige all'Isonzo. Poeti a Nord-Est (Fara, 2008), C'è bufera dentro la madre (L'arcolaio, 2010) ed i saggi Scritti nomadi. Spaesamento ed erranza nella letteratura del Novecento (Anterem, 2001), Senza riparo. Poesia e finitezza (La Vita Felice, 2009) e Blanc de ta nuque. Uno sguardo (dalla rete) sulla poesia italiana contemporanea (Le Voci della Luna, 2011) È presente in alcune antologie, fra le quali Il presente della poesia italiana, curata da C. Dentali e S. Salvi (LietoColle, 2006) e Caminos del agua. Antologia de poetas italianos del segundo Novecientos, a cura di E. Reginato (Monte Avila, 2008). Suoi saggi e poesie sono usciti su numerose riviste italiane ed estere e su siti web. Gestisce il Blog Blanc de ta nuque. Dirige le collane di poesia "Laboratorio" per le edizioni "L'Arcolaio", "Segni" per conto de "Le Voci della Luna" e, assieme a M. Ferrari e M. Morasso, "Format" della "Puntoacapo Editrice".
ringrazio Matteo per questa ospitalità e per la sua lettura. Su D'Annunzio segnalo il capovolgimento emotivo: la "pioggia" dannunziana è forza che accende i sensi; da me invece li smorza, più palude che sorso. Ma certo la musica è un aspetto fondamentale dei miei versi, sia quando cerca ila melodia (come qui) sia quando cerca di evitarla, come in "C'è bufera dentro ola madre". In entrambi i momenti, grande spazio ha il ritmo, sincopato.
RispondiEliminami piace molto questo passo aperto, questo ascolto che batte alto come a voler toccare quello che solo la percezione, e a portarlo qui, fra le parole che si fanno poesia, quindi musica, quindi comprensione.
RispondiEliminala bellezza raccolta da Stefano è convogliata e fatta libera, insieme.
piaciuta molto.
ciao!
Sono una "quasi poetessa monzese (anni 55) mi piacerebbe parlare con tanta "semplicita'di poesia, letteratura e ... filosofia.
RispondiEliminail mio blog è "poesieinsmalto"
vi aspetto