traboccherei d'orgoglio se mi riavessi
da questa insipidezza
eppure troppo mi ci
riconosco. trabocco di riconoscimento in
queste forme italiche. e m'insipido con loro e
a loro innanzi
cogli avanzi di questa terra mangiucchiati da
un semper più demoniaco Cerbero ringhiante
con bave belluine e sciocche
che inghiotte e
ringhiotte lembi di tessuti psichici mentre
esseri tricefali si generano e rigenerano da
eccessi e decessi ultratecnologici, e logiche
conseguenze di nuove interferenze luciferine.
***
nel buio argenteo di notte con luna – lunedì notte
a l'una di notte – cammino sotto casa del re di Cipro.
– sopra portici sporcati da smoke and fog sotto cui
pasticcerie banche vetri e bianche ciprie di Cipro
osservo dimenticarsi di se stesso il vecchio bo,
l'osservo con cariate corna nascondere i suoi secoli
e – trasecolando – mi ritrovo – bo e boh – in quella
(s)figurina marrongrigita che ripete silentemente
dell'orgoglio di cui non trabocco
e abbocco (impunemente?)
ai sordidi insipidi disegni della nullificazione
e mi derido → col bo, medho scanceà ← d'erba sardonica ahahah
mi piace molto come intersechi le lingue; è un modo di 'fare stile' che funziona. Benvenuto Paolo!
RispondiEliminaGrazie, Alessandra, soprattutto di avermi fatto accogliere in questo spazio! (e fatto recuperare questa cosa qua sul "bo", che altrimenti sarebbe andata persa nell'oblio di file e scartoffie, mi sa)
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