lunedì 9 gennaio 2012

Anonimo A Primavera

Salì in terrazza. Quella del condominio. Si arrampicò fin sopra la tettoia, che riparava la miriade si panni stesi di tutte le persone che abitavano lì, una valanga di mutande. Zigzagando attraverso le antenne arrivò fino al bordo. Strapiombo. Cinque piani sotto c'era il cemento.
Era una di quelle prime giornate primaverili. Sole pallido e quel venticello fresco, un po' salato, che ti fa venire voglia che arrivi prima l'estate, per andare al mare.
La giornata perfetta per provare a volare.
Stava lì, in piedi, a bordo del vuoto, quando provava a guardare giù era come se qualcuno lo tirasse in basso.
Sopra di lui non c'era niente, solo il cielo macchiato da qualche nuvola, stormi di uccelli che ritornavano a casa, ma qual'è la loro casa? fosse stato in loro sarebbe rimasto sempre altrove. Ma ora avrebbe preso il volo, anche lui per un altrove migliore, magari senza la fretta di tutti i giorni, gli impicci da sbrigare, i soldi da risparmiare per poi pagare l'affitto e le bollette, qualche cosa da mangiare, la benzina, accidenti alla benzina.
Guardava dall'alto tutte quelle persone piccine che correvano sotto di lui, in macchina, smog. Lui invece dopo tanto respirava aria pulita, il vento l'accompagnava fino dentro ai polmoni.
Sorrise, guardando un pò più a sinistra. Il parchetto dei bambini, ancora non erano consapevoli. Godetevela adesso, che vi basta poco, anche se avete tutto.
Si sentiva leggero. Pronto a migrare in terre sconosciute, senza fregature.
Allineò le braccia alle spalle, per controllare che la sua apertura alare gli consentisse di prendere il volo.
Un passo nel vuoto.
Quel giorno di primavera volò in alto nel cielo.

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