mercoledì 27 luglio 2011

Fast!


Allora, siamo in due. Lui ed io. Ci guardiamo negli occhi.
Lui è perplesso: si aspetta qualcosa da me.
Respiro lentamente, mi do un piccolo morso al labbro superiore. Nessuno se ne accorge.
Sono impaziente, ma ho anche un certo tremolio e la pancia pesante come uno sciocco fidanzatino.
Per fortuna è lui a parlare, rompendo quel dilatato silenzio.
“Signore, le ho detto che per le patatine ci vogliono due minuti; il panino è pronto, si sieda pure intanto.”
Lo dice con tono affabile, cortese, vuole farmi capire che è dalla mia parte. Probabilmente penserà che non avevo capito.
Quando rimango lì immobile, senza rispondere nemmeno con un cenno del capo, riconosco la sua confusione. Adesso pensa che io sia scemo, o ubriaco, o drogato. Poi pensa che magari lo sto prendendo in giro. Pensa sbagliato.
Sorride forzatamente.
“Se preferisce aspettare al bancone, faccia come vuole” dice. Cerca ancora di ostentare gentilezza, vuole farmi capire che sta dalla mia parte.
Io non dico niente. Sudo. È già un’eloquente espressione del mio stato d’animo.
In un’altra situazione, cercherebbe di intavolare un banale discorso per ingannare l’attesa; adesso non gli va, è imbarazzato e confuso. Spera che la friggitrice assolva in fretta al suo compito così può liberarsi di questo strano individuo… di me.
Sospira sollevato, estrae le patatine, prepara la mia porzione, la appoggia al vassoio, mi sorride.
“Sono cinque euro e novanta.”
Vuole soldi da me.
Io taccio e resto immobile.
Lui aspetta.
“Guardi che si raffredda tutto, le conviene mangiare finché è caldo.”
Sorride ancora, sorride sempre. Vuole essere garbato, premuroso e anche professionale. Vuole darmi l’impressione di stare dalla mia parte.
Ma io non sto dalla sua, è questo il problema.
Stringo i denti, tiro fuori la pistola e gliela punto addosso.
La sua faccia gentile diventa una faccia di paura.
“Dammi tutti i soldi” gli dico, con le parole che stentano a uscire.
Mi butta sul vassoio tutti i soldi, alcuni si ungono, altri si sporcano di dolce maionese.
Poi mi parte un colpo.
L’ho ammazzato, probabilmente.
No, non mi sembra poi tanto grave.
Ma potrebbe morire dissanguato, non c’è nessuno che può intervenire.
Prendo il vassoio con il panino, le patatine e i soldi e me la do a gambe.
Le patatine non sono cotte bene.

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