mercoledì 15 giugno 2011

RAINSTORM: tra poesia e lyrics

P.O.M_ME, rubrica di poesia in musica
a cura di Alessandra Trevisan

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Rain(storm) è nato per una rivista letteraria che vive da ben 4 anni in rete, generAzione rivista (www.generazionerivista.com), e vede la luce come testo a metà tra poesia e lyrics (in Italia diremmo 'testo di canzone'); da poche ore ha preso forma sonora, ed è divenuto un pezzo - in divenire - per voce e loopstation.

Lo lascio giacere anche qui, tra l'erba verde di questo nuovo progetto, perché la cultura va alimentata dal fuoco, perché la cultura è 'comunicazione' e questo testo nasce per comunicare una sensazione, forte, intima, mia.

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- quando scrivo una canzone seguo un flusso, e cerco di definire soprattutto quale sia l’intenzione del testo e questo è un atto di rabbia che mi ricorda un po’ ciò che scriveva Kurt Cobain su certa provincia americana, forse perché il suono che ho perseguito vuole essere scarno – a bare sound – ma aperto, modale direbbero nel mondo del jazz; è un’immagine sfocata che voglio tenere viva nello sfondo. Ma il testo parla di un tale, un rain man che invade l’esistenza di una donna e le metafore acquatiche sono protagoniste quanto quei due, perché l’acqua ha un valore di relazione simbolico, qui addirittura si incarna, ed è un elemento vitale (sempre). -


Rain(storm)


I’m lying alone in my contradictions,

I’m out to lose myself everyday

and I suck my fingers to taste the rain.

Rain, (rain, rain)

Tar is on my skin, a puddle in my ego’s pleats.

I wept some tears in a bottle,

You took it, you drank it.

You blew your dust into me.

My womb is bloated and my shape gets loose.

Being everywhere is being nowhere.

We masturbated ourselves with words.

You hold me inside, rain man,

in that elsewhere with a name

but the eco remains.

You washed your hands with bleach, I washed mine with you.

Rain, (rain, rain)

rinses out my pain, but my body is a sponge yet.

I will spend my life in ‘poetry, music and clouds’;

you will teach them how to absorb the negative.

Your throat is dry now.

We drew our lives, tempesting in a teapot.

You wash your hands with bleach, I wash mine with rain.

(may 2011)


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