mercoledì 22 giugno 2011

Ossessione, un racconto da ascoltare




Ossessione
è un vecchio racconto nato in francese, che amo leggere a voce alta, a qualche live anche. L'ossessione è uno dei temi letterari di Vitaliano Trevisan, scrittore che io amo, con il quale condivido il cognome, tra le voci più originali - a mio avviso - del panorama italiano odierno. Fa parte del mio bagaglio, e forse per questo racconto muovo da lui, da questo suo 'carattere' letterario forte. Il mio racconto pare anche ispirato vagamente da Hitchcock, sia da La finestra sul cortile sia da Psycho. Ma a questo ho pensato ora, nel 2011. Enjoy it!

En 1943 j’avais été en Normandie; j’avais combattu pour l’Armée Française et, grâce à ma sort, j’en étais sorti vivent. J’avais été décoré avec une médaille militaire et tout le quartier parla de moi, à mon retour en ville, comme d’un héros.
Malheureusement j’avais perdu une jambe à cause d’un éclat d’obus donc j’étais contraint à rester toujours assis dans ma maison, sur ma chaise à côté de ma fenêtre.
Je regardais dans la rue ce qui se passait; une foule immense de femmes qui allaient à droite et à gauche avec leurs paniers. Pendant toute la journée je ne regardais que les femmes.
J’étais tombé amoureux avant de partir à la guerre: son nom était Marie. Quand je retournai elle avait disparu. Elle avait disparu.
Ma journée donc était dédiée à l’observation avec ma petite jamelle.
Depuis un mois j’attendais le soir, parce que tous les soirs il y avait un couple d’amoureux qui s’arrétait juste devant ma fenêtre mais de l’autre côté de la rue. Ils parlaient pendant une heure, ils se regardaient avec une complicité que je leur enviais.
J’étais conscient de ma condition. Personne ne m’avait jamais regardé comme ça.
La fille était très belle: elle portait une robe blanche; ses cheveux noirs sur ses épaules. Je la désirais ou je désirais son spectre. Elle était l’amour, mon obsession. Et il l’avait, il l’aimait, il la désirait mais moi bien plus, et donc un soir je pris le pistolet et... Ce soir-là ils ne vinrent pas. Ils ne retournent plus. Je restai avec mon obsession qui, avec le temps, devint une obsession passive.
J’aurais voulu le revoir.
J’aurais voulu le revoir.
J’aurais voulu le revoir.
J’aurais voulu le revoir.
J’aurais voulu.
--------------------------
Ossessione

Nel 1943 ero stato in Normandia. Avevo combattuto per l'Armata Francese e, per mia fortuna, ne ero uscito vivo. Ero stato decorato con una medaglia la valore e, tutto il quartiere parlava di me come di un eroe, al mio ritorno in città. Sfortunatamente avevo perso una gamba a causa dello scoppio di una bomba, dunque ero costretto a restarmene tutto il giorno seduto in casa, sulla sedia accanto alla finestra. Da lì guardavo ciò che accadeva nella via: una folla di donne a destra e a sinistra con le loro borse della spesa. Durante tutta la giornata non guardavo che loro, le donne.
M'ero innamorato prima di partire soldato: il suo nome era Marie. Quando tornai era scomparsa, Lei se era scomparsa. La mia giornata dunque era dedicata all'osservazione, grazie all'aiuto di un piccolo binocolo.
Da un mese però attendevo si facesse ser, perché la sera proprio davanti la finestra dall'altro lato della strada, si fermava una coppia d'innamorati. Parlavano per ore, si guardavano con una complicità che invidiavo. Ero cosciente della mia condizione di mutilato: nessuna mi avrebbe mai guardato così. La ragazza era molto bella: vestiva di bianco, capelli neri alle spalle. LA desideravo o ne desideravo lo spettro. Lei era amore, la mia ossessione; e lui l'aveva, l'amava, ma io, io più di lui, così una sera presi una pistola e... Quella sera non vennero. Non tornarono più. Restai con la mia ossessione, che col tempo diventò un'ossessione passiva.
Avrei voluto rivederla.
Avrei voluto rivederla.
Avrei voluto rivederla.
Avrei voluto.

Nessun commento:

Posta un commento