domenica 12 giugno 2011

contratto sociale letterario: a un secolo dalle avanguardie

Un secolo fa circa, anno più anno meno, il mondo letterario veniva travolto dalle avanguardie. Futurismo, surrealismo, dadaismo ecc... sminuzzarono il fare letterario introducendo nello scrivere il mondo moderno. In Italia negli anni '60 del Novecento si manifestò un rigurdito di avanduardismo con il Gruppo '63. E oggi? Sono ancora possibili oggi delle neo-avanguardie? Secondo me no. Le avangurdie con i loro manifesti non escono dalla logica tradizione-rivoluzione-restaurazione tipica di molta "storia studiata sui banchi di scuola". A mio avviso nel secondo decennio del XXI secolo serve un cambiamento capace di andare oltre i concetti di rivoluzione e restaurazione. Il cambiamento di cui scrivo è rintracciabile nel "Contratto sociale" di Rousseau. Occorre nel sentire un nuovo contratto sociale artistico ossia una specie di nuovo "patto" capace di legare assieme più tipi di arte (letteratura, pittura, scultura, cinema ecc..).
Il patto non dovrebbe avere una natura giuridico-normativa (com'è accaduto in molti manifesti delle avanguardie) ma dovrebbe costituirsi di concetti capaci di ispirare. Le norme creano fazioni con loro specifiche estetiche. L'estetica dovrebbe essere superata. Due concetti (artistici) ispiratori mi stuzzicano molto: 1. il concetto di resistenza; 2. il concetto di abolizione della figura delloa guida carismatica.

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