giovedì 10 maggio 2012

Caterina Camporesi, un inedito


uscendo dalle acque dell'ambiguità
s’onora seppellendolo il già perso

in crepe d’onda galleggianti verità
s’affrancano dagli uraganti abissi



Caterina Camporesi con due coppie di distici, endecasillabi mancati volutamente, che non vogliono essere definitivi e non possono essere definiti negli incastri tra verso e verso, rispecchia perfettamente il contenuto fluido della lirica attraverso la sua forma. I primi due preludono alla liberazione dal torbido esistenziale nel rito funebre che onora il passato, il "già perso" prima ancora di essere vissuto, e cioè perduto, destinato a non tornare. Di seguito, invece, la negazione del principio: la verità non esiste, se non nell'instabilità dei frammenti delle onde in superficie, intangibili, di cui è impossibile fermarne il moto, che riportano nel trambusto qualcosa di non misurabile dagli abissi insondabili, dalle profondità dell'uomo. Si ripiega su di sé il risucchio ondoso, un tributo scoraggiato all'aforisma di Hofmannsthal: "Nessuna parte della superficie di una figura può essere creata se non dal nocciolo più interno".

Matteo Bianchi





Caterina Camporesi è nata a Sogliano al Rubicone (FC) nel 1944. Vive tra Rimini, la Garfagnana e Roma. Psicoterapeuta.
Già condirettrice de "La Rocca poesia" e redattrice de "Le Voci della Luna", è socia di "Sinopia" (www.sinopiaonlus.org) e collabora con riviste cartacee e con riviste on-line come: Fili d’aquilone (www.filidaquilone.it), con saggi inerenti i rapporti tra psicoanalisi e creatività e con recensioni. Ha pubblicato: Poesie di una psicologa (Euroforum, Rimini 1982), Sulla porta del tempo (Edizioni del Leone, Spinea-Venezia 1996), Agli strali del silenzio (Edizioni dell'Istituto di Cultura di Napoli 1999), Duende (Marsilio,Venezia 2003), Solchi e Nodi (Fara, Rimini 2008) e Dove il vero si coagula (Raffaelli Editore, Rimini 2011). È presente con Il tenace seduttore nel volume Per Cesare Ruffato (Marsilio, Venezia 2005), con un testo poetico in Folia sine nomine (Marsilio, Venezia 2006) e con testi poetici nelle antologie La coda della Galassia (Fara, Rimini 2005), La linea del Sillaro (Campanotto, Udine 2006), Poesia e Natura (Le Lettere, Firenze 2007), Vicino alle nubi sulla montagna crollata (Campanotto, Udine 2008). E’ presente con i saggi Gratitudine e poesia in Lo spirito della poesia (Fara, Rimini 2008), Profezia, sogno e poesia in Poeti profeti? (Fara, Rimini 2009), Utopia, Creatività, Trasformazione in Salvezza e Impegno (Fara , Rimini 2010), Poesia nella società liquida in Il valore del tempo nella scrittura (Fara, Rimini 2011). Ha curato e tradotto dallo spagnolo due poeti boliviani per le Edizioni Sinopia, L’Attesa di Pablo Gozalves (2007) e con Claudio Cinti, Nel concavo privilegio della dismemoria di Cé Mendizábal (2010).

3 commenti:

  1. Versi molto densi e pieni, di chiarezza ed incisività. Uno andamento solenne ma energico pur nella brevità. un bel testo, complimenti.

    Marco Di Pasquale

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    1. Ti ringrazio Marco per avere apprezzato il breve testo con un commento davvero lusinghiero.

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