martedì 13 marzo 2012

Un saluto ad Elio Pagliarani




Nato a Viserba di Rimini nel maggio 1927 da famiglia operaia, Pagliarani si laureò in Scienze politiche presso l'Università di Padova nel '51; ma era già entrato nel mondo del lavoro in qualità di impiegato in una ditta milanese.
La raccolta d'esordio esce nel '54, Cronache e altre poesie. Dopo la laurea, nel '56 divenne redattore dell'Avanti e più tardi, a Roma, fu critico teatrale per Paese sera.
E' presente nell'Antologia del '61 dei "Novissimi" e aderì al Gruppo '63 e alla Nuova Avanguardia.

Ho già detto altre volte di credere ad una funzione sociale della letteratura, funzione che esaurisce, beninteso, la letteratura, ma che è verificabile oggettivamente a prescindere da ogni intenzionalità. La funzione è quella di mantenere in efficienza, per tutti, il linguaggio [...].
Non basta destituire i significati correnti; l'opposizione, per essere efficace, deve sempre risultare una contrapposizione: è che la negazione non basta, che distruggere non basta.

Questa dichiarazione di poetica è tratta da un intervento di Pagliarani al Convegno di Palermo organizzato dal Gruppo '63 nel 1965: contro l'orientamento negativo del Gruppo, il poeta propone la necessità di nuovi significati, volti ad esplicitare la "funzione sociale della letteratura" e in grado di contrapporsi in maniera efficace ed alternativa rispetto alla realtà esistente.
Tale funzione "nuova" è presente sia ne La ragazza Carla, poemetto uscito nel '60, sia negli Epigrammi ferraresi, pubblicati nel 1987.
In questa opera il poeta utilizza il testo delle Prediche di Girolamo Savonarola, bruciato sul rogo per avere criticato la corruzione della vita politica e sociale del suo tempo. Come il frate, Pagliarani promuove una riforma civile e morale: particolarmente accesa è la sua polemica contro la civiltà consumistica che fin dagli anni Ottanta stava deprivando l'essere umano della sua "umanità". In una parola, contro la "reificazione" in cui il Novecento è sprofondato, annegando il pensiero nello squallore della "roba".


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