martedì 27 marzo 2012

Matteo Fantuzzi, un inedito



Linee guida per il funerale

Quando muoio voglio solo i figli al funerale,
mia moglie e il prete se vorrà venire (perché
ne ho già combinate tante e molte altre ne farò
da qui a quel giorno). Niente fasce tricolori
e gonfaloni, niente politici, né musica, né applausi
o pianti, niente facce scure, niente tv e radio
perché la morte non è uno spettacolo. Niente fiori:
piantate alberi in giardino al massimo, di frutta.
E in casa dei vicini che mal sopportate innestate
la lavanda a notte fonda che richiama le api
e gli altri insetti, che gli forino il sedere a quelli:
questo sia nel mio ricordo. Ma soprattutto
quando muoio voglio un gran silenzio
perché uno scrittore morto è solo qualche ossa
e poca carne, poco fegato, poco midollo,
uno scrittore morto è proprio come quando è in vita.


In questo inedito l’autore rifiuta sprezzante l’ipocrisia e i riti formali dei nostri addii, per giunta eterni, che dovrebbero essere i più sinceri. Punge la consuetudine del vicino di chiudersi nel proprio giardino, ignorando chi gli stia intorno: «che gli forino il sedere a quelli». Nessun fiore, niente incensi; meglio un futuro più rigoglioso nei rapporti umani, «di frutta» appunto. E, immaginando il suo sipario, vorrebbe «un gran silenzio» - basta parole - riportando il ruolo dello scrittore a terra, tra gli altri mortali, con ironia: «poco fegato, poco midollo» gli appartengono che sia morto, che sia in vita. Resta a noi l’amarezza del reale.

Matteo Bianchi


Matteo Fantuzzi (1979) nato a Castel San Pietro Terme in provincia di Bologna e vive a Lugo di Romagna in provincia di Ravenna. Ha pubblicato Kobarid (Raffaelli, 2008, 20114 Premio Camaiore Opera prima, Premio Penne Opera prima). E' co-direttore delle sezioni Creative Writing e Anthologies della rivista Mosaici (St. Andrews University Scozia) e direttore della collana di Poesia Contemporanea della Ladolfi Editore. Redattore delle riviste Atelier, clanDestino e ALI, collabora col quotidiano La voce di Romagna dove cura una rubrica settimanale dedicata alla Poesia Italiana Contemporanea. Suoi testi sono apparsi su molte riviste tra cui Nuovi Argomenti, Il Verri, Yale Italian Poetry, Versodove e Gradiva. Ha creato il sito UniversoPoesia, curato La linea del Sillaro (Campanotto, 2006) sulla Poesia dell'Emilia-Romagna e La generazione entrante (Ladolfi, 20112) sui poeti nati negli anni Ottanta.

2 commenti:

  1. Qualor passassi a uguale vita, sior poeta,
    non temere che l'evento sia mondano:
    non la pena degli onori e della folla
    ti daremo, ma piuttosto una sonora
    lunghissima pernacchia contro il cielo
    lanciata ricordando della spocchia
    di chi degno di attenzione si proclama
    e sollecita il presente ad assegnargli
    a memoria imperitura una coccarda.

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  2. in realtà basta considerare le poesie come qualcosa di non completamente "vero", come però per gli ultimi 50 anni la poesia italiana ha omesso di fare. matteo fantuzzi.

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