Sono nata in venti ore di travaglio.
Ogni giorno dis-ordino casa
divoro un po’ di spazio anche all’aria,
reiterando una forma di cannibalismo
del ‘me’.
Sparpaglio libri e borse e cd e penne e vestiti
mi dissemino sulla superficie di ogni stanza
dicendo ‘io ci sono’,
‘vivo qui’, con loro.
Riordinare sarebbe annullarsi,
ammettere la solitudine.
D’inverno quando infilo un qualunque maglione
vengo al mondo per la seconda volta
asfissiando appena, un trauma lento.
E le pastiglie prima d’ingoiarle,
per paura di soffocare
le sbriciolo fra i denti
le frantumo assieme a certi stati d'animo,
alle similitudini,
al non-detto,
ad un (non-)amore.
[Man Ray-Anatomies 1929-30]
molto, molto MOLTO bella.
RispondiEliminache forza.
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