Aspetto fuori dalla porta. Tra poco tocca a me. Tra poco mi libero. Un peso che non riesco più a sopportare, ormai è troppo tempo che me lo porto dentro.
Non dovevo mangiare la pizzetta.
Sono intollerante ai latticini lo so, ma morivo di fame e il treno parte tra tre ore.
Sono qui a Bologna da solo come un pirla e il cesso di questo bar è la mia unica salvezza, anche se, per poter usufruire dei servizi ho dovuto consumare, un caffè: perfeeeeeeetto….cosa c’è di meglio da bere se non un caffè quando hai un attacco di squaraus? Stupido, stupido, stupido.
Sono qui che aspetto da cinque minuti, ho avuto tutto il tempo di studiare la porta. Bianca, scrostata, il pomello bagnato (bleah). La targhetta ha sopra disegnato un omino che si tiene stretto stretto il pacco, gambe flesse. Scappa pure a lui e non la può fare mai, che tortura.
Non riesco più a pensare, lo sforzo per trattenerla è immenso. Sudo freddo. Sta crescendo come un Alien nella mia pancia.
Non ci penso che sono venuto fin qui per riconquistarla e che nemmeno mi ha voluto vedere, che ho dovuto aspettare seduto per quattro ore su una panchina ghiacciata dei Giardini Margherita. Per niente.
Poi quel languorino. L’unico posto lì vicino era un baretto del cazzo, di quelli terribili, con le pizzette di gomma vecchie di almeno dieci anni. Fottiti pizzetta.
Son passati dieci minuti e non esce ancora nessuno. Ommioddio non ce la faccio più! Tra poco esploderò, scena pulp che annoterò nel mio taccuino.
In coda dietro di me ora ci sono un signore panzone con dei gran baffoni bianchi e uno sfattone che sembra proprio che debba andare al cesso per farsi una pera in santa pace. Mamma mia che occhi che ha, brutta storia davvero quella.
:- “ Ma allora se move?” dice il Baffo, è romano, cazzo ci fa in questo bar sudicio? Và a pisciare a Roma no?
Quindici minuti, il Baffo sbuffa, lo sfattone inizia ad avere gli spasmi di chi è in astinenza, brutta storia. Io sono diventato rosso in faccia, tipo pentola a pressione, sto per fischiare ma dal lato sbagliato.
Ho un sospetto però. Busso. Nessuno risponde. Non ce la faccio più ora sfondo la porta. Ribusso. Silenzio. Abbasso la maniglia tutta bagnaticcia e apro la porta.
Il cesso era vuoto, che coglione.
Il Baffo s’incazza
“Ma vai a cagare!”
“ Subito!”
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